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SHANTARAM di Gregory David Roberts

giugno 17, 2010
“Il mantello del passato è fatto con il tessuto delle emozioni della nostra vita e cucito con i fili enigmatici del tempo. in genere non possiamo fare altro che avvolgercelo attorno per trarne conforto o trascinarcelo dietro mentre ci sforziamo di proseguire il nostro cammino”

passo dopo passo.

IPSE DIXIT

giugno 3, 2010

Troverò lavoro!

“UN’ OTTIMISTA E’ UN PESSIMISTA MAL INFORMATO”

FIESTA

Maggio 18, 2010
La corrida non è uno uno sport nel senso anglosassone del termine, per capirla non basta guardarla, devi sentirla: rischio, paura, amore, gloria e morte. Potrete giudicarne l’eticità ma ugualmente, con questo film, verrete travolti dalla sua ancestrale intensità.

Il cameriere li chiamò. Aveva un’aria grave. Uno di loro scosse il capo. “Muerto!”gridò. Il cameriere annuì. i due uomini proseguirono. avevano commissioni da fare. Il cameriere venne al mio tavolo.
“Ha sentito? Muerto. E’ morto infilzato da un corno. Tutto per divertirsi una mattina. E’ muy falmenco”.
“E’ triste”.
“Non per me” disse il cameriere “per me non c’è divertimento in questo”
Fiesta, Hemmingway

NEXT GENERATION

Maggio 16, 2010

Quando un giovedì a caso, in un locale a caso, un vocalist a caso intonerà la frase “e facciamo un applauso a tutti quelli che stanno per iniziare a preparare l’esame di Maturità

– potrai ufficialmente incominciare a fare discorsi che inizino con “perchè i giovani d’oggi…”
– smetterai di prendere in giro “la gente grande che va a ballare”
– e soprattutto non dirai mai più “se arrivo a 30 anni così abbattetemi”

detto questo comprati una bella dentiera bello mio perchè ti si è appena crepato il sorriso 😉

RANDOM

Maggio 11, 2010

FROM VENICE WITH LOVE

aprile 29, 2010
non mi era mai successo di:
– prendere l’alta velocità e rimpiangere il vecchio regionale: poco puntuale ma decisamente più economico.
– passare davanti alla stessa finestra a orari diversi e trovarci sempre la stessa vecchietta affacciata accompagnata dal suo gatto bianco e nero.
– stupirsi dell’alta marea: l’acqua sale su per gli scalini fino a sfiorare i tavolini dei ristoranti.
– avere la perenne sensazione di ondeggiare: c’è chi dice sia il ritmo della laguna ma finisce che è tutta colpa del prosecco.
– sollevare lo sguardo e vedere un tipo al balcone con il su Mac Book e una sigaretta accesi al chiaro di luna (questa volta il prosecco non c’entra).
– accarezzare con lo sguardo un vaso di Venini e trovarlo decisamente sensuale.
– lasciarmi intrigare dall’eco di passi di un sottoportego
– ascoltare “My heart will go on” suonata dal vivo in piazza S. Marco e chiedersi “perchè?”.
– raccontare in un francese approssimativo l’essenza delle repubbliche marinare a un danese appassionato di storia.
-fare gli occhi dolci a un pubblico ufficiale per visitare l’Arsenale senza avere però grande successo.
– evitare i turisti e soffermasi sui veneziani: credo che il termine giusto per definirli sia bipolari.
– desiderare un Borsalino.
– ridere di fronte a una bancarella per una maglietta con il logo ” Ciao Bella”.
– perdere un vaporetto perchè “non si può fumare qui signorina”.
– trovarsi in un’osteria piena di gondolieri allegri: tutti rigorosamente vestiti a righe.
– chiedere consigli ai tabaccai e rendersi conto che sono più esperti di quanto possa sembrare.
– sentirsi un po’ vittima dello stereotipo italiano anche se poi finisce che ne andiamo fieri perché dopo tutto il nostro paese è proprio BELLO!

POEMA DE UN RATO

marzo 15, 2010


 
Domenica notte. Di nuovo a casa: tutto è rimasto uguale tranne il soffitto di camera mia che adesso è azzurro.
Ogni volta che torno il mio letto mi sembra più piccolo; non riesco a dormire e mi godo il silenzio delle case addormentate.
Quasi fosse un vecchio rituale ripasso le foto alle pareti, capelli e vestiti non sono l’unica cosa che il tempo ha cambiato: quante me ci sono state?
Ho sempre pensato che fissare il soffitto non fosse una perdita di tempo, per questo ho finito per colorarlo.
 
Dijo un alma original
(y antes lo dijo Unamuno)que en cada unohay cuatro yo. No está mal: 1)el individuo real,que sólo ve claro Dios, 2)el que uno piensa que es, 3)el que se imaginan losdemás que somos y 4)el que uno quisiera ser.   Pero a fuerde sincero,puesto que el tema me importa, te diré que considero que la lista queda corta porque, además de esos cuatroseñalados,  hay un yo que hemos sido y se perdió(¿o son una multitud?), y otros mil que no serán pero que pudieran sersi no nos falta salud.   Echa las cuentas, a ver
si no vanya 1.005 como poco.(Y no cuento
para no volverme loco
esos que en cada momentoestamos no siendo.)
Y todo se complica aún másporque (aunque nunca jamássufrípor el complejo de Freud),
podemos estar seguros—yo desde luego lo estoy—de que en sótanos oscuros
de nuestra vida conscientetenemos —parece broma—alojada mucha gente
desconocida (que asomade diferentes manerascuando menos te lo esperas);así que, válgate Dios,toma
y multiplica por dos 
lo que hasta aquí te ha contado
esta humilde versiprosade este no sé si ex poeta
y verás qué resultado.  Que me corten esta mano
si existe en nuestro planeta
especie más numerosaque un solo ejemplar humano.


M.D'Ors

VOCE DEL VERBO TRASLOCARE

febbraio 26, 2010
Che l’ennesimo trasloco abbia inizio!!! E’ sen’altro la parte piu pallosa di una partenza, e in genere comporta fare le valige, liberare la camera e svuotare frigorifero. E’ incredibile quante piccole cose materiali a cui avevi attribuito un significato prima di perderle di vista ricompaiano dal nulla: un libro, il tappo di una bottiglia di sidra trovato in una tasca, delle piadine congelate… sono tante quante le persone che avresti voluto conoscere meglio ma che tempo e circostanze hanno fatto si che restessero ai margini della tua vita come una canzone orecchiabile di cui non ricordi le parole.

AAA. SCARPE NUOVE CERCASI

febbraio 22, 2010
Parto. Sguardo fisso sul calendario, valige aperte, telefonate.
Parto. l’ultimo week-end, le ultime Frit per la strada, l’ultima bevuta insieme. Parto con la solita sensazione di incompiuto. Tornero’ in primavera? mi dico di si’

Torno. E’ un sapore che conosco. Domani non sara’ piu’ Bruxelles e anche questi sei mesi fatti di nuove abitudini e inaspettate sorprese verranno ricordati sotto la voce “era una delle vite possibili”, una finestra spalancata e lasciata aperta. Mi chiedo se sono pronta a fermarmi. Non so.

Milano, Oviedo, Madrid, Buenos Aires, Modena, Bruxelles.

In transito. Ogni volta diventa piu’ difficile vivere in un posto nuovo, farlo mio, sentirmi comoda per poi abbandonarlo come con un paio di scarpe vecchie.
Probabilmente dovremmo solo ricominciare a camminare scalzi.

CALENDARIO PERPETUO

febbraio 16, 2010

Giovedì sera, ancora Madrid. Spioviggina, Malasagna è umida e più silenziosa del solito.
Senz’altro i Giovedì sono i miei preferiti, sono temerari i giovedì, sono impazienti. I giovedì sanno sempre come ricompensarti.

Calendario Perpetuo

El lunes es el nombre de la lluvia
Lunedì è il nome della pioggia
cuando la vida viene tan malintencionada
Quando la vita viene così malintenzionata
que parece la vida.
che sembra vita

El martes es que lejos pasan trenes
Martedì è i treni che passano in lontanaza
en los que nunca vamos.
quelli sui quali non andiamo mai

El miércoles es jueves, viernes, nada.
Il Mercoledì è Giovedì, Venerdì, nulla.

El sábado promete, el domingo no cumple
Il Sabato promette, la Domenica non Mantiene
y aquí llega otra vez -o ni siquiera otra:
e di nuovo qui arriva un’altra volta – o neppure un’altra:
la misma vez- la lluvia de los lunes.
la stessa volta – la pioggia dei Lunedì

Miguel D’Ors

Grazie a M. per avermi fatto conoscere questa poesia e a J. per avermi impedito di dimenticarla!